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Il pianto di disperazione e di speranza dell'Uomo ridicolo che nel suo sogno osserva la terra - piccola stella azzurra, pianeta di dolore, sangue e fango: è la colonna sonora della travolgente lettura di Dostoevskij che ci regala, a dieci anni dalla morte, Jurij Karjakin (1930-2011). Intellettuale impegnato in prima linea durante i decenni che hanno portato all'implosione del regime sovietico e della sua ideologia, in questo volume Karjakin ci consegna il frutto di una lunga e appassionata frequentazione di Dostoevskij. Innumerevoli, approfondite riletture, audaci itinerari lungo i percorsi tortuosi e impervi di una "parola che si contorce" scandagliano un cronotopo nuovo: il nostro spazio-tempo. Una visione apocalittica in cui, tuttavia, Dostoevskij mantiene tenacemente accesa una possibilità di salvezza. Il volume, presentato nella traduzione di Cinzia De Lotto in occasione del bicentenario della nascita di Dostoevskij, è un viaggio inedito nei romanzi che tutti abbiamo amato. I capolavori dostoevskiani prendono vita nel libro, emergendo dal magma di pensieri, appunti, minute, scritti preparatori, lettere del loro geniale creatore.